Trasmissioni sintetiche di ingerenze acustiche. Scavare, scoperchiare, scartavetrare, scorticare, scarnificare per arrivare fino all’osso della lamiera del suono.

Qui siamo “dopoltrecontro” la dodecafonia. Al Serialismo. Schoenberg est mort! E non ce ne possiamo neanche fare una ragione.
Lui è il tedesco Karlheinz Stockhausen (1928 – 2007). Nella Telemusik troviamo il nomade incontro tra la tradizione, incarnata dagli interventi vocali ed estratti melodici che sorvolano i cieli della anti-soggettivazione elettronica e quest’ultima stessa, vera anima della musica. Partorita a Tokyo nel 1966 (Studio for Electronic Music of the Japanese broadcasting system Nippon Hoso Kyokai, NHK) la composizione ci sembra un ibrido inquietante. Interessante l’ausilio di alcuni strumenti tipici giapponesi come la percussione mokugyo ed oggetti comuni come le campane del tempio e le tazze. Come se in qualche modo volessero tentare di farci assopire nel rassicurante ricordo dei gesti consueti e nel nutrimento delle speranze.